E’ la prima volta che rispondo alla recensione di un mio romanzo. E non lo faccio perché il commento è molto critico e sarcastico (le critiche, se costruttive, sono utili, aiutano a migliorarsi ecc. e in ogni caso preferisco l’ironia al sarcasmo, la trovo più acuta e intelligente), ma per rivendicare la “verità” della storia che ho raccontato: piena di luoghi comuni, stando a Living Derevel, lo pseudonimo dietro cui si nasconde il blogger sicché non capisco nemmeno se si tratti di un uomo o di una donna. A questo signore o signora, o sarebbe meglio dire ragazzino e/o ragazzina (che usa termini a me sconosciuti, perdonatemi sono un’anziana signora) ricordo che purtroppo la vita delle persone normali è fatta, nella maggior parte dei casi, di luoghi comuni e di personaggi contraddittori che non sono degli eroi.
Tanto più che, udite udite! Senso Unico è basato su una storia vera. Scritto nel 97, periodo in cui non si parlava molto degli omosessuali, è stato accolto molto bene dall’Arcigay della mia città, dove l’ho presentato. Più di una persona mi ha detto che nella vita di ogni gay (maschio) c’è un rapporto sessuale con una donna e quasi tutti i presenti hanno trovato il personaggio di Cristiano e Claudia molto plausibili.
Il finale, almeno nelle mie intenzioni, non vuole essere un lieto fine, ma un finale aperto. Infatti, il protagonista ha un rapporto sessuale e nemmeno tanto biblico con Claudia. Non è detto che questo rapporto sia l’inizio di una storia d’amore tutta rose e fiori. Volevo lasciare al lettore la facoltà di trarre le sue conclusioni come meglio credeva…
Il romanzo è stato ripubblicato dopo che l’avevo attualizzato un po’. Probabilmente è rimasto un po’ datato, dal momento che la questione gay negli anni successivi è stata oggetto di svariati film e fiction.
Grazie per l’attenzione.
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Di: Laura Schiavini
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